Chicche golose sui dolci
I dolci mettono sempre d'accordo tutti! Che sia alla fine di un pasto, a colazione o per un break gustoso, un dolce gustoso fa sempre piacere al palato, anche per quelli che di solito preferiscono il salato. I sapori gratificanti, infatti, quando correttamente dosati, provocano un effetto benefico sull'organismo, portando rilassamento al nostro sistema nervoso e attenuando lo stress. I dolci, poi, favoriscono in particolare il rilascio di sostanze come la Serotonina, la Dopamina e l'Endorfina che intervengono direttamente sui neurotrasmettitori aumentando il tono dell'umore e combattendo gli stati d'animo negativi. Non bisogna pensare però che i dolci siano una soluzione ai problemi della vita, ma a piccole dosi possono aiutarci a risollevare il nostro morale nelle giornate un po' grigie o quando si condivide un momento con gli amici.
LA STORIA DEI DOLCI
I dolci come noi li conosciamo hanno una storia relativamente recente. In Europa, infatti, lo zucchero arriva soltanto dopo la scoperta dell'America nel 1492, grazie all'esportazione della canna da zucchero, mentre l'estrazione del saccarosio dalla barbabietola, che renderà il vecchio continente indipendente dall'importazione risale soltanto al XVII secolo. Nei secoli precedenti il mondo dei dolci aveva come ingredienti principali il miele, il mosto e soprattutto la frutta. Nell'antico Egitto, ad esempio, venivano impiegati come dolcificanti il miele, i fichi, le carrube, l'uva passa e soprattutto i datteri, che venivano aggiunti al pane lievitato, il principale ingrediente della dieta degli antichi Egizi. Nella panetteria reale del faraone Ramesse III il piatto forte erano le "Spirali dolci egizie", dei dolci a forma di spirale a base di semola di grano duro, formaggio di pecora o capra, strutto, miele o sciroppo di datteri e semi di papavero. Si impastava la semola ammollata in acqua, che potreste sostituire con della farina integrale, con la medesima quantità di formaggio salato e si modellavano le spirali che venivano poi fritte nello strutto bollente, ben colate e asciugate e, infine, cosparse di miele e semi di papavero, una ricetta curiosa e molto golosa da provare anche oggi!
Gli antichi greci usavano cucinare dei dolci per offrirli alle loro golose divinità, ad Artemide, dea della caccia e della luna, ad esempio, si offrivano delle ciambelle a forma di mezzaluna, mentre ad Apollo a forma di lira, sull'altare di Zeus Poliade, invece, insieme alle altre offerte si potevano trovare dei biscotti a forma di bue. L'ingrediente protagonista di tutti i dolci dell'antica Grecia era di sicuro il miele che veniva spesso accompagnato al sesamo o alla frutta secca, come noci e mandorle. In età minoica si preparava un dolce di nome "Gastrin", un composto di noci, mandorle, uva passa, semi di papavero e semi di sesamo, ingredienti che anche oggi ritroviamo nei dolci della Grecia contemporanea. Nella Grecia classica, invece, si andava ghiotti per i "Sisamithis", dei dolci a base di solo miele e sesamo che non potevano mancare in nessun banchetto e che ricordano molto gli odierni Pasteli che potrete trovare nelle cucine dei paesi del mediterraneo orientale. Altri ingredienti della pasticceria greca erano la ricotta, che fa la sua comparsa in età classica e il mosto con cui si faceva il vin cotto per condire alcuni dolci di pasta fritti.
I romani erano dei veri amanti della frutta, prima su tutti l'uva. Ma nella dieta degli antichi romani non mancavano di certo nemmeno le pere, le mele e i fichi. I dolci veri e propri si limitavano inizialmente ai banchetti per le occasioni importanti ma a partire dall'età imperiale diventarono protagonisti indiscussi dell'antica Roma. Le pasticceria si diffusero a macchia d'olio su tutto l'impero, realizzando dolci di tutti i tipi e di tutte le forme che avevano come ingrediente principale il miele. Uno dei dolci più in voga erano i "crustula", dei biscotti molto semplici a base di frumento, miele e burro. Inizialmente questi dolci venivano consumati dai sacerdoti affinché trovassero ristoro durante i sacrifici agli dei e poi venivano offerti ai devoti a cerimonia conclusa. Questa usanza di servire i dolci ai fedeli col tempo svanì e cominciò a nascere invece la figura dei crustulari, che vendevano questi biscotti alla gente che si recava alle celebrazioni. Questo fece sì che i crustula si diffondessero sempre di più finendo per diventare un dolce fondamentale della cucina romana. Col tempo i crustula finirono col prendere posto anche nei banchetti e nacquero diverse varianti, al fine di soddisfare i palati più golosi, come quella "amigdalina", a base di mandorle, oppure "cum melle" ovvero con abbondante miele o ancora con creme alla frutta o agli agrumi.
Nel Medioevo la cucina non era così povera come si potrebbe invece pensare. La parola "dessert" nasce proprio in questo periodo in Francia, nell'antico francese, infatti, "desservir" significava sparecchiare la tavola, indicando quindi con la parola "dessert" quell'alimento che si consuma a conclusione del pasto. Nel medioevo i dolci erano principalmente a base di frutta fresca come mele, mele cotogne, pere, ciliegie, pesche, fichi, sorbe, nespole, oppure cotta e condita col miele, creando così delle sorta di confetture. Neanche la frutta secca come noci, nocciole, mandorle e castagne potevano mancare nelle tavole del medioevo, infatti, garantiva un importante apporto nutritivo anche alle diete dei ceti più poveri. In particolare, le mandorle venivano impiegate per preparare i dolci tipici riservati ai banchetti nuziali, mentre con il loro latte si potevano cucinare budini a base di orzo, grazie alle proprietà addensanti del latte di mandorla. Nelle tavole delle famiglie più ricche, oltre alla frutta secca che si poteva reperire facilmente, era possibile gustare anche frutta d'importazione, come i datteri e altre delizie esotiche provenienti dall’Oriente.
Lo storico Paolo Diacono, nella sua Historia Longombardorum ci parla della nascita di uno dei dolci più famosi della nostra tradizione, la Colomba. Si narra infatti che nel 569 d.C., il re Albonio, dopo aver conquistato Pavia, avesse l'intenzione di distruggere la città e tutti i suoi abitanti, nel tentativo di dissuaderlo furono inviate dodici fanciulle, una di loro recava in mano come dono un dolce a forma di colomba realizzato con farina, uova, mandorle e miele. Il re fu talmente colpito che non solo risparmiò la città di Pavia, ma ne fece la capitale del suo regno. Il dolce poi, viene preso dalla tradizione cristiana, come simbolo della Pasqua e della resurrezione per via della forma a colomba.
La scoperta dell'America nel 1492 ha portato in Occidente due ingredienti fondamentali che hanno rivoluzionato per sempre il mondo dei dolci, la canna da zucchero, che fornì un sostituto più facile ai tradizionali dolcificanti impiegati prima e soprattutto il cacao. Questa pianta sacra ai Maya e agli Aztechi veniva da queste popolazioni impiegata con scopi votivi e religiosi e consumata dalle elites sottoforma di una bevanda molto amara di nome "Xocoatl" spesso aromatizzata con vaniglia, peperoncino e pepe. Secondo un'antica leggenda azteca una principessa fu lascata a guardia di un tesoro dal suo sposo partito in guerra. Quando arrivarono i nemici questa si rifiutò di rivelare il luogo nel quale il tesoro era nascosto e così la uccisero. Dal suo sangue versato nacque la pianta del cacao, dai semi amari come la sofferenza della fanciulla ma forte come la sua virtù. L'importazione in europa di questa pianta rivoluzionaria avvenne soltanto con Hernan Cortez, che fu scambiato dall'imperatore Montezuma per il dio Quetzalcoatl, regalandogli un'intera piantagione di cacao. Per molti anni il cacao venne consumato soltanto sottoforma di bevanda, che gli europei si approntarono a dolcificare per correggerne la naturale amarezza e nel corso di tutto il '500 rimase una prerogativa spagnola. La lavorazione del cacao sottoforma di barrette solide fu importata dall'impero azteco nella contea di Modica, in Sicilia, allora dominio spagnolo, e tutt'ora il celeberrimo cioccolato di Modica è l'unico che conserva questa antica preparazione che trova le sue radici nella penisola dello Yucatan. Nel corso del '600 il cioccolato si diffuse in tutta Europa dove cominciò ad essere apprezzato nelle varie famiglie nobili e alcuni paesi cominciarono e alcune città si specializzarono nella sua produzione, come Torino in Italia, la Svizzera e l'Austria mentre nelle Americhe se ne intensificava sempre di più la produzione. I primi cioccolatini però videro la luce soltanto sul finire del XVIII secolo a Torino, grazie all'invenzione di Doret.
Alla corte di Francia i dolci erano particolarmente amati. Qui già nel '500 le regina Caterina de' Medici fece arrivare i suoi pasticceri dall'Italia, che portarono in Francia alcuni dei dolci più famosi come i Macarons, originari inizialmente di Venezia, la pasta choux e il gelato. La famosa crema Chantilly fu inventata in Francia sul finire del XVII secolo sa François Vatel. Alla corte di Versailles i dolci erano molto amati. Dalla sposa morganatica del re Sole, Luigi XIV, Madame du Maintenon che andava pazza per il cioccolato alle concubine del re Luigi XV, nella reggia di Versailles torte, pasticcini, cioccolato e champagne a volontà non potevano mancare nella dieta dei nobili. Trai personaggi più golosi della storia dei nobili di Francia, però, di certo non si può non ricordare la regina Maria Antonietta d'Austria, l'ultima sovrana di Francia, che viaggiava sempre in compagnia del suo cioccolato personale.
Nel XIX secolo a Parigi nacque quella che per molti è la regina delle torte. Nella sua bottega di rue Saint-Honorè a Parigi, infatti, Monsieur Chiboust nel 1846 invento la celeberrima torta Saint-Honorè, in onore del santo patrono dei pasticceri francesi Honorato. Formata da una base di pasta sfoglia, guarnita nella parte esterna da una serie di bignè farciti con panna o crema pasticcera e attaccati con del caramello, e farcita all'interno con la crema Chiboust, ideata dal suo creatore, la torta Saint-Honorè è una delizia unica per gli amanti della pasticceria tradizionale.
Nel corso della storia i dolci sono sempre stati un modo per celebrare e festeggiare le occasioni importanti in compagnia delle persone care. Dal ruolo votivo che si attribuiva nell'antichità alle varie celebrazioni della vita quotidiana, non c'è occasione importante che non preveda un finale che addolcisca il palato, dunque cosa aspetti? Vieni a dare un'occhiata alle nostre torte cliccando qui